Il terzo intervento ha riguardato la riqualificazione delle aree cortilive anticamente connesse al monastero, come spazi pubblici e di relazione restituiti alla città, riscoprendone anche il ruolo di attraversamento urbano. La valorizzazione del non finito, interpretando ciò che Giulio Romano non ha potuto portare a termine nel Chiostro Grande – cuore del complesso – è diventato il criterio metodologico e il filtro concettuale di ogni scelta riguardante l’intero complesso. Alla ricerca di un rapporto equilibrato tra antico e contemporaneo, tra il riscoprire spazi e insediarvi nuovi usi compatibili, nell’articolazione dei tre interventi il progetto combina i molteplici fattori della rigenerazione – economica, ambientale, culturale e sociale – riprendendo, nella scelta di nuove funzioni, la matrice benedettina in grado di coniugare la conservazione con l’innovazione. Vincitore di numerosi riconoscimenti, a pochi anni dalla riapertura il complesso è oggi un luogo estremamente dinamico, centro propulsore di numerose iniziative che lo hanno reso un luogo imprescindibile della città.